In Stefano Rollero's painting, the poetic and conceptual meaning find a connection of contributions
bel"ween reality seen as subject and intuited as abstratction in the expressive act of fantasy"
Of a person who can dialogue with things, looking for emotions in them, traslatinginto images in the cromatic joyful game a whole autentic and clean world.
Rollero born in Caselle , She now lives and works in Turin, Italy. Since 1980 she took par to several grup and personal art exibitions both in Italy (Torino, Rome in Vatican, England in Loughborough, France in Lion,etc.. She is on international and national catalogues (Darc, A.per.to,etc.)
Considero i miei lavori di collage e altre varie tecniche quali olio, pittoscultura, installazioni
, e scultura, assieme alla ricerca creativa, una via di mezzo tra gli estremi della provocazione e il contatto con la realtà. In un certo senso cerco di cogliere anima e vita dai frammenti del passato, delle aspettative della società presente e dal futuro. Infatti nel mio repertorio si ritrovano diverse simbologie:i protagonisti sono la natura, l’ambiente, la globalizzazione, la società, il lavoro, ma anche le raffigurazioni legate ai sentimenti, al sogno, alla solitudine, al dolore, al piacere, all’amore, con tutta la poesia e l’emozione che ne possono derivare.
Credo che ogni artista dovrebbe cogliere dalla propria visione personale del mondo un momento di confronto,di crescita, di idee, alle quali ognuno può dare la sua interpretazione, il che è il vero scopo dell’arte, che è anche un po’ il compito dell’ arte contemporanea nel riscoprire l’umanità in pittura, offrendo un servizio sociale essenziale.
A proposito di ciò ricordo con piacere le parole del critico d’arte D’Angelo, in occasione di una mia personale:
<L’artista sia che dipinga astratto, figurativo, informale..ogni opera è una prova oggettiva del suo potere di “vedere oltre”, di anticipare, un impulso alla possibilità dell’uomo>.
Per quanto riguarda l’arte della scultura, ne pratico poca, ma un lavoro in particolare, “Lo scivolo”, è stato da parte mia il tentativo abnorme di centrare l’attenzione sul recupero della omologazione delle coscienze, attraverso il sentimento e perfino con l’istinto, perché sono loro a connetterci con l’internet dello spirito, l’unico che può arricchirci veramente.
È importante comunque tenere presente che un’opera artistica in sé rappresenta sempre un momento preciso della vita di un artista, e’ il risultato del suo pensare, è l’espressione della sua passione; l’obiettivo viene raggiunto quando il tuo dipinto, la tua scultura cattura lo sguardo, provocando più stati d’animo, come stupore, riflessione o addirittura l’esasperazione più grande! È questo fenomeno ad affascinare un artista e ad avvincere tanto i critici quanto gli ammiratori.
Per quanto riguarda la mia ricerca artistica prediligo l’utilizzo dei collage, con una versatilità di stili compromessa tra figurazione astratta e concettuale o informale. Il mio stile nasce dalla volontà di mettersi in discussione, al di là dell’esperienza, delle tecniche e della ricerca, infatti non ho avuto una formazione artistico-accademica, ma esplorando da autodidatta il mondo della pittura sin dagli anni 70, ho scoperto ad esempio che Picasso per numerose opere, che lui chiamava “papier collé,”applicava resti di tappezzeria, pagine di giornali, carta colorata, successivamente sovrapposti, frammentati, colorati.
Esattamente con questi principi, ma con altra esperienza ho riscontrato quanto sia stata importante per Mimmo Rotella la scoperta del “décollage”, ovvero“le affiches lacérés”, i manifesti strappati, lacerati…
Egli ha inventato un nuovo spazio, al confine tra materia, colore e immagine, ed è proprio a partire da questo grande maestro del décollage che pervade in me il principio mentale interpretato come codice linguistico primario all’interno di una poetica più vasta, insomma “una metafora del mondo”, come ha scritto lo stesso Rotella.
Rimango sempre però ancorato al mio umile fare, orgoglioso di essere nato autodidatta, basti pensare ad esempi decisamente incoraggianti come:
Giovanni Anselmo, Troubetzkoy, Mario Schifano, Emilio Vedova, Massimo Campigli, Basquiat Jan Michel, Balthus, Catlin Georg, Bacon Francis, Coubert Gustave, Henri Russeau, Tàpies Antony, Van Ghog Vincent, Cucchi Enzo…Per citare alcuni grandi maestri del ‘900.
Sicuramente per comprendere a fondo la mia ricerca, è necessario analizzare criticamente le paternità stilistiche delle varie espressioni creative della nostra contemporaneità. Con il mio percorso, la mia dimensione mistica, la mia semplicità, cerco di fare emergere il significato delle sensazioni, delle inquietudini, della realtà intesa come ispirazione alternativa, così ogni mio lavoro è un dono che incarno, incarnando il silenzioso vivere delle cose.
È un viaggio dentro l’immaginazione, nella più fervida fantasia, rende la mente di tutti capace di creare immagini o di attribuire alla realtà aspetti e significati soggettivi, diversi da quelli che le vengono solitamente e universalmente attribuiti. Ecco che per me diventano fondamentali le sensazioni, il fatto di cogliere gli stimoli esterni con la propria personale sensibilità, e capire che anche se una cosa tramonta, muore, si può recuperarla, la posso riconquistare facendone un simbolo, una nuova vita, con il pensiero, con le azioni, con le emozioni….Che sono il vero teatro dell’interiorità…
Prima di concludere desidero segnalare che nel mese di Settembre 2003 ho costituito il Gruppo Pittori dello Scalo, con il quale saranno realizzate diverse iniziative in collaborazione con enti locali e privati: mostre, corsi di pittura finalizzati ai giovani, tour alla scoperta di tesori artistici sconosciuti.
Il progetto più importante, dal nome ”Scoprire Caselle”, è pensato per il 2006, un evento culturale legato alle Olimpiadi, in cui si intende sviluppare e valorizzare il patrimonio architettonico della città e la realizzazione di un sentiero di arte contemporanea su tutto il territorio.
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